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Risparmio energetico, certificazioni bluff

Immagine del redattore: ARI MARIQARI MARIQ

Serve un Certificato Energetico? Lo si può avere anche per 50 euro. Senza sopralluogo: arriverà per posta, pronto per essere allegato ad un atto di compravendita, e non sarà certo il notaio – tranne che in Lombardia – a verificarne la congruità. Benvenuti nella giungla tutta italiana delle certificazioni facili, figlie del business che il boom della Green Economy porta con sé. E dove si stima che il 65 per cento della documentazione sia “non rispondente”.

“Colpa degli avventurieri, ma anche di professionisti di bassa lega, spesso neppure iscritti agli albi”, attacca Pietro Ernesto De Felice, vicepresidente del consiglio nazionale degli ingegneri. Che spiega: “Il problema sono i certificatori: servono competenze specifiche, un corso di 80 ore non può né deve bastare”.

Introdotta in Italia nel 2005 con il recepimento di direttive comunitarie (si volevano ridurre i consumi energetici europei del 22 per cento entro il 2010), la Certificazione Energetica dovrebbe valere sia per i nuovi edifici, sia per quelli esistenti. Dal 2009 il documento è indispensabile per gli atti di compravendita. Peccato però che le regole siano univoche perchè le regioni possono legiferare in proprio. “L’energia è materia concorrente e questo spiega buona parte della confusione esistente”, dice Giuliano Dall’O”, direttore di Sacert, l’ente che autorizza i certificatori. L’assenza di un modello unico accentua le differenze, tanto che nelle regioni che non hanno legiferato né recepito le norme nazionali basta una semplice autocertificazione.

“E’ un federalismo da accattoni, proprio mentre l’europa è alla ricerca di un sistema unico per tutti i paesi membri”, protesta Beppe Gamba, presidente di Azzero C02, società di consulenza energetica. Non a caso, la Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. Chiamata a garantire che i certificatori siano “esperti e indipendenti”, a cancellare la possibilità di autocertificazione ad estendere l’obbligo dell’attestato a tutti gli edifici esistenti, anche in quelli in affitto, come ha già fatto la Lombardia. Dove un’indagine a campione su 40 certificati ne ha scovati 16 truffaldini.

Tratto da Panorama

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© 2017 Ari Mariq Agente Immobiliare Iscritto presso la camera di commercio di Roma 

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